Il Giardino
La villa “il Garofalo” è impreziosita da un giardino all’italiana (o “giardino formale”), una creazione che si diffuse nei castelli e nelle ville dei nobili e dell’alta borghesia nel tardo Rinascimento. È caratterizzato da una suddivisione geometrica degli spazi mediante filari alberati, siepi e sculture vegetali di varia forma, ottenute con la potatura di cespugli sempreverdi.
Il giardino all’italiana fu concepito come luogo di piacere, ma anche di armonia e bellezza. Fu l’architetto Niccolò Tribolo a ideare nel Cinquecento ii primi giardini all’italiana, fornendo un modello che venne poi sviluppato scenograficamente nei secoli successivi. Fra le sue realizzazioni più note è il progetto dei Giardini di Bòboli a Firenze.
Una caratteristica che si ritrova in tutti “giardini formali” sono le decorazioni al suolo fatte con aiuole, siepi di sempreverdi (spesso bosso) e le decorazioni floreali su prato o su un fondo di ghiaia.
Le piante più utilizzate sono le sempreverdi, in particolare cipresso e bosso, ma anche tasso e cedro. Nelle aiuole vengono utilizzati fiori come la rosa, la lavanda, il ficus e il rosmarino. Fra gli alberi, le essenze preferite sono platano, leccio, acero, pioppo bianco.
Col passare dei secoli i gusti però cambiano, tanto che nell’Ottocento al “giardino all’italiana” della villa “il Garofano” venne affiancato un grande parco “all’inglese”. In esso, secondo un gusto tipicamente Romantico, le piante sono collocate in modo calcolatamente “disordinato”, come se si trattasse di un bosco naturale. In realtà anche nel giardino all’inglese tutto è studiato al millimetro, a volte con significati simbolici o filosofici, però l’effetto perseguito è quello di uno “stato di Natura” incontaminata.
Nel parco sono di gran pregio le due piante di cedro del Libano risalenti al 1800. Altri alberi secolari sono presenti soprattutto lecci che necessitano di cure particolari. Queste ultime hanno infatti bisogno d’essere “accompagnate nella loro vecchiaia” con attenzioni speciali, ma ripagano il visitatore con la loro maestosità e imponenza. I nostri giardinieri intervengono con azioni mirate come l’arieggiatura del terreno e l’inoculo di funghi antagonisti a quelli dannosi.
Grazie alle preziose cure e attenzioni della Contessa Maria Vittoria Rimbotti Colonna ispirata anche dalla sua amica e preminente architetta dei giardini Arabella Lennox Boyd, il giardino risplende gioiosamente di ricercate collezioni di fiori e arbusti. Molta cura é stata dedicata ad abbattere gli sprechi, per esempio é stato realizzato un sistema di recupero delle acque piovane. L’antichissimo pozzo presente nella corte, risalente al 1200, viene oggi utilizzato per la raccolta delle acque che confluiscono nelle cisterne dislocate in tutto il parco. Infine, tutto il legno realizzato dalle potature è immagazzinato come combustibile per l’inverno, mentre il fogliame è utilizzato per creare concime autoprodotto.